Saudade

01_Poggioreale

 

Sono andato via da Palermo ormai 10 anni fa.
Mi manca, Palermo.
Spesso ne ho nostalgia.
Cosa mi manca?
Direte: gli amici, i familiari, i ricordi felici…
I ricordi felici di gioventù; di una Palermo che magari non esiste più; di una Palermo che risiede soltanto nel mio immaginario.
Sì, è vero, ho nostalgia anche di quello.
Ma, vi sembrerà strano: ciò che mi manca di Palermo esiste ancora. Ciò che mi manca di Palermo è Palermo.
Mi mancano i marciapiedi, i pali della luce, mi manca l’asfalto liscio, le pietre annerite del centro storico;
mi manca il muschio sui muretti, fra le fughe delle “balate”; mi mancano i tombini, i rigagnoli di acqua che scorrono fra i vicoli, mi mancano i vicoli.
Mi mancano le strade larghe, il cielo azzurro, la luce, quel mare dimenticato da tutti, quasi inesistente.
Mi manca la terra rossa nelle aiuole, i ciuffi d’erba.
Mi mancano le saracinesche dei negozi chiuse durante la notte, i cassonetti ammaccati, le ringhiere arrugginite. Mi manca il profumo acre che proviene dalle torrefazioni. Mi manca il legno dei vecchi portoni, i citofoni, i balconi del centro, le cassette dell’elettricità.
Di Palermo mi mancano i ponti sulla ferrovia, il marmo della stazione, il cemento sgretolato attorno a radici d’albero. Mi mancano gli alberi, l’erba, i fiori selvatici fra i mattoni. Mi mancano i cordoli spartitraffico, i guardrail ai bordi della tangenziale (o meglio secante) che tutti chiamano circonvallazione.
Mi mancano alcune stradine di periferia che sbucano nel nulla. Mi mancano le edicole dei giornali, le chiese, le gradinate, i fili elettrici. Mi mancano le grondaie in un giorno di pioggia. Mi manca la pioggia.

Tutto questo mi manca di Palermo.
Ne ho nostalgia.
Ma resisto, anche se penso che non tornerò mai a viverci a Palermo.
Ma resisto perché so che tutte le volte che ci andrò troverò tutto al suo posto.
Ad aspettarmi.
Perché Palermo si ferma ad aspettarti, anche se il tuo passo é breve.
Ti aspetta immobile.
Immobile ma viva.
Palermo.